Chi è Zoe De Biasi, l’AI Ambassador di McFIT
McFIT ha introdotto una nuova brand ambassador nella sua strategia di comunicazione: Zoe De Biasi, la prima AI Ambassador del fitness in Italia.
Si tratta di un’iniziativa che unisce tecnologia e comunicazione, con lo scopo di rafforzare il legame tra il brand e la sua community. Ma come funziona esattamente l’iniziativa e cosa significa per il settore del fitness e del marketing digitale?
Lo vediamo insieme in questo nuovo articolo in collaborazione con McFit Italia.
Zoe De Biasi è una studentessa di Scienze Motorie, ha un profilo Instagram, una forte passione per il fitness e il benessere e, naturalmente, rappresenta un’estensione dei valori del brand McFIT.
Ma c’è un dettaglio.
Zoe De Biasi non è una semplice ambassador, ma un’AI Brand Brand Ambassador, creata attraverso l’intelligenza artificiale.
Ora, il concetto di virtual influencer non è nuovo, ma il suo utilizzo nel settore fitness è ancora poco esplorato. Eppure, McFIT ha deciso di puntare su un’ AI Ambassador per creare un’interazione più costante con la sua community, senza i limiti di tempo e spazio imposti dai creator classici.
ALT: lo so che te lo stai chiedendo.
Zoe De Biasi non andrà a sostituire i Brand Ambassador già coinvolti del brand, ma andrà ad affiancarli per creare una strategia di comunicazione che integra l’Influencer Marketing tradizionale e l’intelligenza artificiale. In parole semplici, potrebbe essere un modello nuovo di engagement nel mondo del fitness.

Il fitness è un settore in cui il supporto motivazionale è essenziale. Cerchiamo figure di riferimento che ci ispirino e ci accompagnino nel nostro allenamento. In questo contesto, Zoe De Biasi si propone come un punto di contatto costante tra McFIT e la sua community.
Attraverso contenuti generati con l’AI, Zoe condividerà contenuti diversi tra cui: workout, consigli di allenamento e parteciperà a discussioni sui social con un approccio che vuole rendere la tecnologia un po’ più umana.
Resta aperta la domanda su quanto saremo realmente disposti a interagire con un’influencer digitale, anziché con ambassador o personal trainer in carne e ossa.
Proprio per questo, l’approccio adottato da McFIT non prevede un confronto diretto tra AI e influencer in persona, ma piuttosto una sinergia tra le due modalità di comunicazione.
Se da un lato Zoe garantisce continuità nella creazione di contenuti e una presenza costante sui social media, dall’altro gli ambassador reali continueranno a rappresentare il lato più esperienziale e autentico del fitness. Questa doppia anima del brand potrebbe rivelarsi una strategia vincente, capace di adattarsi ai bisogni sempre diversi della community.
McFIT è arrivata anche nella metropolitana di Milano
Anche la campagna di comunicazione per lanciare Zoe, vede il ritorno tra fisico e digitale.
McFIT ha infatti deciso di rendere la sua presenza più visibile con un’operazione particolare: ha brandizzato un intero treno della linea 5 della metropolitana di Milano. I vagoni sono stati personalizzati con la tipica grafica colorata dei centri McFIT, con il volto di Zoe presente in più punti del treno.
E questa scelta non è casuale. La metropolitana è un luogo frequentato da tantissime persone ogni giorno e diventa anche un modo per far conoscere Zoe De Biasi e il brand a un pubblico più ampio, anche al di fuori dei social media.

Tiriamo le somme dell’iniziativa
McFIT non è il primo brand a sperimentare gli influencer digitali. Già in passato brand di moda come Prada e Balmain hanno usato l’AI nelle loro campagne.
Ma nel settore del fitness, l’AI è stata spesso utilizzata per personalizzare gli allenamenti nelle app (con grande successo), ma meno per integrarsi nelle strategie di comunicazione dei brand in ottica di coinvolgimento.
Quello che stiamo vedendo è proprio questo: un’unione tra la tecnologia AI e il fitness, che potrebbe essere un punto di svolta per il settore.
Saranno le persone a decidere se Zoe De Biasi potrà davvero diventare una parte importante della comunicazione fitness o se resterà solo un’idea interessante, ma per il momento sappiamo già che potrà permettere al brand di:
- parlare il linguaggio del target di riferimento;
- limitare problemi come dichiarazioni sbagliate o crisi reputazionali;
- migliorare l’esperienza utente e rafforzare il legame con il brand.
Se hai letto fin qui, grazie per la lettura e grazie a McFit per aver supportato la pubblicazione di questo articolo.
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